Home | Mondo | La protesta degli insegnanti Messicani

La protesta degli insegnanti Messicani

Share

messico

Anche dall’altra parte dell’Oceano, precisamente in Messico, la riforma della scuola è fortemente osteggiata da un nutrito gruppo di insegnanti. Il sindacato CNTE (Central nacional de trabajadores de la educaciòn) è infatti da diversi anni protagonista di una battaglia serrata contro le politiche governative. Passata nel 2013, la riforma voluta dal presidente Enrique Peña Nieto intendeva introdurre una maggiore autonomia per gli istituti scolastici e un piano di test periodici per valutare il rendimento degli insegnanti.

In particolare quest’ultimo punto è stato fortemente osteggiato dal CNTE per paura che potesse in realtà aprire la strada a un piano di licenziamenti di massa. Il 29 maggio scorso il Ministro dell’Istruzione ha sospeso la misura ma gli insegnanti hanno comunque avviato una serie di scioperi a tempo indeterminato bloccando la didattica per oltre un milione di scolari.

A differenza di quanto accade da noi, dove il confronto con il governo è mantenuto da chi protesta nell’ambito del cercare il dialogo, le proteste degli insegnanti messicani hanno assunto toni piuttosto duri non solo negli slogan dei cortei ma soprattutto in alcune azioni di sabotaggio tese a disturbare le elezioni che si sono svolte nei giorni scorsi.

Nello stato meridionale di Oaxaca gli insegnanti hanno occupato gli uffici elettorali e distrutto le schede per il ballottaggio, hanno devastato pompe di benzina e minacciato il corretto funzionamento degli aeroporti.

La protesta si lega all’accusa che il governo sia corrotto e incapace di avviare riforme realmente efficaci in un paese dove l’istruzione è tra le più scadenti al mondo, nonché alla sparizione di quarantasei studenti avvenuta nello stato di Guerrero nel 2013; il governo cerca invece di gettare cattiva luce sul CNTE perché a suo dire blocca delle riforme ritenute necessarie.

insegnantimessicani
immagine da www.aljazeera.com

 

 

2 commenti

  1. In ballo non c’è solo la valutazione degli insegnanti. Io sono stremata dallla burocrazia e dai formalismi. Pile di carte da compilare. Ma è normale stilare un PDP di 23 pagine per una diagnosi di dsa lunga mezza pagina? io dico che siamo alla follia totale! e che pensare del Rapporto di autovalutazione (RAV)? Mi hanno coinvolta dicendomi che dovevo andare solo ad alcune riunioni….ora mi trovoper le mani un malloppo di dati da commentare, interpretare in un formato digitale per nula maneggevole…..ovviamente un altro lavoro a titolo gratuito. Soldi allinvalsi x sentir dire che i nostri alunni sono ignoranti, ma se me lo chiedevate ve lo dicevo già io e gratis.

  2. Quindi non ci sono solo in Italia problemi per quanto riguarda la scuola evidentemente le istituzioni non ascoltano gli insegnanti.

    Danilo

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*