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VQR: Ma quali sono i criteri di scelta?

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Con l’ultima legge di stabilità 2017 è stata istituita, a partire dal 1° gennaio 2018, una nuova sezione del Fondo Finanziamento Ordinario, denominata “Fondo per il finanziamento dei dipartimenti universitari di eccellenza”, pari a € 271 milioni annui distribuito a 180 dipartimenti delle università statali.
I soldi verranno assegnati sulla base dei risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca (#VQR) effettuata dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca.
Buona l’idea, peccato che i dipartimenti esclusi dai finanziamenti difficilmente potranno recuperare in quanto non avranno le risorse e gli incentivi per farlo.
Tra i 350 dipartimenti totali delle università italiane compaiono tra i “premiati” 26 dipartimenti dell’Università di Padova, 14 della Sapienza e 6 di TorVergata a Roma, nonché 14 della Federico II di Napoli, per citarne alcuni.  Sono pochissimi gli atenei del Sud: l’87% dei fondi finiranno infatti al Centro-Nord, mentre al Sud restano solo le briciole.

Il #Movimento5Stelle denuncia una grave mancanza di trasparenza poiché non sono stati resi noti né i criteri, né le motivazione di scelta dei dipartimenti che hanno avuto accesso ai finanziamenti.
Ad aggravare la situazione, saranno ampliate le differenze, già molto marcate, fra università di dimensioni confrontabili che hanno reclutato, in termini di punti organico, nuovi addetti alla ricerca nel periodo 2011-14 in misura molto maggiore rispetto ad altre che hanno effettuato un minor reclutamento per motivi di natura economico-finanziaria o per riallineare il proprio organico rispetto alla popolazione studentesca. Ne consegue che gli atenei che hanno puntato su una razionalizzazione complessiva del proprio organico nel periodo oggetto della VQR subiranno nel quinquennio successivo decurtazioni di risorse che sarebbero invece necessarie per mantenere gli organici raggiunti.
In sintesi: solo alcuni dipartimenti potranno aspirare ad ottenere i fondi previsti dalla Legge stabilità e sottratti al Fondo Finanziario Ordinario, mentre per tutti gli altri non vi sarebbero speranze.

l’Italia non può permettersi di lasciare indietro parte delle sue Università rispetto ai livelli europei, limitando il diritto allo studio degli studenti del Mezzogiorno.

Il #M5S chiede che sia evitato il rischio di  determinare una frattura tra atenei di “serie A” e atenei di “serie B”. È necessario adottare e applicare criteri di ripartizione delle risorse più equi e trasparenti permettendo così a tutti gli atenei italiani di competere con quelli europei.

#ValeriaFedelirispondi – #MinistroPubblicaIstruzione

#MichelaMontevecchi
#Movimento5Stelle #SenatoItaliano

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