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Video: Commemorazione del maestro Claudio Abbado

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“Signor Presidente, in una lettera a Nina Ruffini, datata 14 aprile 1939, mentre l’Europa sta scivolando nel buio del conflitto ormai imminente, Piero Martinetti scriveva: «Le anime luminose sono infinitamente rare, ma esse hanno il dovere di riconoscersi, di aiutarsi, di ammaestrarsi e di consolarsi. Il mondo esiste in fondo per loro. Il resto è nulla che non conta». Mi piace pensare che queste righe racchiudano il senso del nostro essere qui oggi.  

È sempre difficile racchiudere in poche parole la vita di un uomo: si può dire in realtà chi sia stato e come abbia vissuto, ma sono molte le strade per giungere alla verità della sua vita. Qui abbiamo, prima del senatore a vita di recente nomina, il direttore d’orchestra di genio, il musicista brillante, l’uomo conchiuso nella sua umanità, nella passione laica per le battaglie sull’uguaglianza, sui diritti umani, scevra di narcisismi e attraversata da una vena di personalissima spiritualità, nei concerti eseguiti nelle carceri e negli ospedali, che simbolicamente avvicinano Abbado a coloro che seppero condividere in prigionia il proprio sapere con i loro compagni. Un nome su tutti: lo storico belga Henri Pirenne, che fu tra le voci non violente più autorevoli contro l’occupazione tedesca del Belgio nel corso della prima guerra mondiale. (Brusìo). Capisco che sia arrivato tra noi un eminente collega, ma…”

PRESIDENTE. “Colleghi, per cortesia.

Prego, senatrice, prosegua pure il suo intervento.”

“E, ancora, l’attenzione e la disponibilità verso i giovani, l’occhio di bue del podio e la penombra discreta del privato. I gesti, le foto in cui ci si rivede giovani: un pianoforte, un armadio, un corridoio ove il tempo agisce da solvente, capace di racchiudere i sogni e gli imbarazzi della giovinezza, ma anche il disincanto della maturità, il sorriso sincero e coraggioso di quest’uomo. Il calcio come passione nascosta ed emozione rivissuta dell’infanzia. Tutti i particolari, insomma, tutte le inezie che in ogni vita si perdono.

Altri colleghi hanno già ricordato le sue imprese e le sue esperienze a Vienna, la sua amicizia con Zubin Metha e Daniel Barenboim e poi con il grande pianista Maurizio Pollini; il suo approdo a Berlino proprio nel fatidico 1989, l’anno della caduta del muro; il ritorno a «La Scala» e i 90.000 alberi chiesti all’amministrazione meneghina come rimborso simbolico per due concerti. Infine, l’orchestra Mozart di Bologna.

Figlio del ‘900, Abbado ne attraversò con passione i territori esposti ed impervi, senza sottrarsi a posizioni militanti o, talvolta, di acceso radicalismo.

Più che circoscrivere politicamente le sue posizioni, crediamo sia opportuno rammentare un’adesione generosa ad ogni circostanza in cui riusciva a percepire il fuoco della controversia, insieme naturalmente con l’impegno – che fu sempre costante – per la diffusione della musica, con particolare attenzione alla difficile semplicità del contemporaneo e, più in generale, della cultura intesa ad ampio raggio di giro di compasso.

Con Claudio Abbado scompare un direttore fra i più illustri e conosciuti che hanno lasciato un segno profondo nella storia della musica degli ultimi decenni.

A Ferrara, una volta, dirigendo la Chamber Orchestra of Europe, doveva eseguire un bis tratto da «Le nozze di Figaro»; l’orchestra, invece, scherzosamente attaccò con un brano tratto da «Il barbiere di Siviglia», che Abbado, senza scomporsi, diresse ridendo. Questo era Claudio Abbado, un testimone della cultura italiana nel mondo; qualcuno è che è stato in grado di racchiudere con la propria attività, con la propria intelligenza e con un sorriso, il volto migliore dell’Italia. (Applausi dal Gruppo M5S).

Allora, io credo che il modo migliore per commemorare questa figura imponente del nostro patrimonio culturale sia – mi fa piacere sia presente il Ministro – quello di mobilitarsi per salvare l’Orchestra Mozart. Quindi, le chiedo di trasformare in fatti concreti le sue dichiarazioni di ieri e di fare il possibile per salvare un’orchestra che – ricordiamo – nel 2014 è candidata ai “Grammy Awards” come migliore performance orchestrale per l’incisione della seconda sinfonia di Schumann.

Chiedo anche un impegno concreto – mi rivolgo di nuovo al Ministro e al sottosegretario Borletti Buitoni per riferire alla collega ministra Carrozza – un impegno serio e concreto per reperire le risorse affinché l’insegnamento della musica torni a far parte dell’offerta formativa nelle nostre scuole, poiché credo che questo sia un desiderio che alberga in tutti noi. Però, andiamo al di là della retorica e iniziamo finalmente a fare qualcosa per la cultura e per l’istruzione.” (Applausi dal Gruppo M5S)

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