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Politiche nel mediterraneo: basta parole inutili!

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Di seguito il video del mio intervento in dichiarazione di voto per il gruppo M5S al Senato:

“Signora Presidente, l’Europa ha bisogno del Mediterraneo ed il Mediterraneo ha bisogno dell’Europa.
Le comuni ed indissolubili matrici storiche e culturali danno vita a quella che è stata più volte denominata la regione euromediterranea: è per questo che l’equilibrio politico e sociale dell’area delle sponde del Sud del Mediterraneo è di primaria importanza.
Stabilizzare i Paesi della cosiddetta primavera araba vuol dire frenare l’immigrazione, soprattutto clandestina, e la tratta di esseri umani. È perciò importante l’impegno di permettere la presentazione della richiesta di asilo nei Paesi di origine e quello di rivedere la regolamentazione europea sull’immigrazione, come da sempre richiesto dal Gruppo Movimento 5 Stelle e come proposto anche da un nostro disegno di legge, che l’attualità impone di discutere tutti insieme, senza bandiere né barriere.

Noi siamo pronti: la situazione contingente impone provvedimenti fattivi. Non limitiamoci, come al solito, a mettere delle toppe e a fare la parte dei riparatori, quando invece è ora di costruire e di prevenire. Dobbiamo dare una seria sferzata al fenomeno delle tratte, alla gestione criminosa dei barconi della speranza, e dobbiamo dare e ridare dignità all’essere umano.

Stiamo per votare una risoluzione più che mai opportuna, che però dovrà avere un seguito reale e non rimanere in queste stanze.
Il bacino del Mediterraneo ha un’importanza strategica, sotto tutti punti di vista: commerciali, sociali e politici. Il ruolo dell’Italia potrà essere quello di protagonista o addirittura di capofila per lo sviluppo di questo bacino, in una visione proficua. Basti pensare alle potenzialità commerciali, a quelle agricole e a quelle alimentari, che oggi sono invece impostate più in chiave concorrenziale, spesso scorretta e senza il controllo delle produzioni che arrivano da noi, dando talvolta ai Paesi del Nord Africa un ruolo di crocevia per le produzioni intensive e geneticamente modificate – come ad esempio quelle del Brasile – dirette ai grandi mercati di Cina e Russia.
Attualmente ci si sta muovendo in direzione contraria rispetto ai buoni propositi presenti nel testo in esame: l’IMU agricola e l’Expo, sponsorizzato dalle multinazionali dell’alimentazione, come la nota catena americana, danno poco spolvero alle nostre eccellenze e alle potenzialità della area mediterranea. E noi oggi subiamo inermi.

La situazione della Libia deve essere risolta a livello diplomatico ed eventuali azioni europee devono puntare alla cooperazione e allo sviluppo, soprattutto con l’impiego di forze civili. Anche in questo caso il fenomeno va stroncato all’origine, ovvero alla radice, intervenendo sugli armamenti, sulla corsa al profitto a tutti i costi e sulla strumentalizzazione della religione. Il rubinetto della produzione e della fornitura di armi deve essere chiuso. I pretesti per la guerriglia, che si schermano dietro ad una pseudovisione religiosa, devono essere ridotti a zero. L’azione diplomatica deve essere seria e di uno spessore tale da non consentire più pasticci, perché si tratta di un vero e proprio pot-pourri di errori consecutivi, come nel caso della questione palestinese, che oggi rischia di mettere un intero popolo in ginocchio, anche dal punto di vista umanitario.

Guardiamo a quanto sta accadendo nel campo profughi di Yarmuk in Siria, dove ci sono decine di migliaia di persone in condizioni disperate, tra cui 3.500 bambini, che sono i primi a pagare e i veri ignari di tutto. A Yarmuk non arrivano né cibo, né acqua, né medicine, come ci fa sapere l’organizzazione Save the children. È un vero inferno nell’inferno, per decine di migliaia di persone, prese nella morsa violenta dello Stato islamico e del Fronte al-Nusra, che oggi pare controllino l’80 per cento del campo.

Ribadiamo e ripetiamo le nostre domande: chi arma lo Stato islamico? Davvero l’azione diplomatica non ha mai potuto prevenire questo stato di cose? Purtroppo sembra che gli equilibri legati al profitto abbiano il sopravvento sulla dignità umana.
Voteremo, dunque, a favore della risoluzione in esame, ma siamo coscienti che non bastano le parole scritte su un foglio bianco a produrre una seria svolta umanitaria, politica ed economica. Servono quelle azioni che, dallo scorso novembre, quando votammo il precedente testo, non sono mai state messe in campo. È dunque l’ora di passare dalla parola all’azione: noi siamo pronti”. (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Bencini).

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