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Mozioni su infanzia e adolescenza: “Basta parole, ora i fatti”

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Ricordo che la nostra Costituzione recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese»:

MONTEVECCHI (M5S). Signora Presidente, premetto innanzi tutto che sarò a mia volta breve, perché gli interventi che mi hanno preceduto e che hanno illustrato il contenuto delle mozioni hanno già sviscerato a fondo le problematiche legate a quest’argomento.

Vorrei quindi approfittare di questi pochi minuti per richiamare l’attenzione dell’Aula su un altro aspetto, ovvero che l’impegno richiesto a questo Parlamento di occuparsi, di proporre e di portare avanti politiche in merito alle problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza è una presa in carico di responsabilità che ci chiede la nostra stessa Carta costituzionale.

Vorrei ricordare allora il secondo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione che recita: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Ritengo che in questo comma dell’articolo 3 della nostra Costituzione siano contenuti i due dati che credo dovrebbero essere presi in considerazione come dirimenti della questione, ovvero il welfare, il benessere, e il ruolo della scuola.

Vorrei spendere poche parole sulla scuola, visto che siedo nella competente Commissione di merito e che le tematiche inerenti alla scuola mi sono care. In particolare, vorrei puntualizzare due questioni.

Innanzitutto segnalo che, oltre a tutti i documenti e ai rapporti citati nelle varie mozioni che sono state presentate, c’è anche un documento prodotto dalla Commissione europea nel 2014 relativo al monitoraggio sul sistema dell’istruzione e della formazione in Italia, nel quale – paragrafo due – pur riconoscendosi che negli anni recenti l’Italia ha fatto qualche progresso nel miglioramento del suo sistema di istruzione, permangono comunque dei considerevoli ritardi in termini di investimenti sulla formazione, nella scuola.

Vorrei inoltre ricordare ancora una volta e ribadire, poiché siamo in periodo di legge di stabilità, che gli investimenti nella scuola da parte del Governo risultano ancora bassi rispetto alla media europea, più bassi di almeno un punto percentuale: siamo, se non sbaglio, al 4,2 per cento del PIL.

Ricollegandomi quindi all’appello fatto dalla senatrice Petraglia, chiedo a quest’Aula che, nel momento in cui la legge di stabilità arriverà al nostro esame, si traducano in azioni concrete gli impegni contenuti nelle mozioni che oggi ci troviamo a discutere, affinché non rimangano sempre le solite belle parole in libertà, che nessuno riesce ad imbrigliare e a strutturare all’interno di provvedimenti. Abbiamo una grande occasione per passare dalle parole ai fatti.

Il mio appello a quest’Aula è di ricordarci quindi tutti quanti del dibattito che si è svolto oggi e di provare tutti, con grande onestà intellettuale, a tradurre questi impegni in emendamenti nel corso dell’esame della legge di stabilità. (Applausi dal Gruppo M5S).

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