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Chirurgia estetica, anche in Italia troppo spesso un Far West

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Stamane la Stampa di Torino ha pubblicato in prima pagina notizie  sulle “cliniche” dei Narcos in Colombia, dove si muore per interventi chirurgici effettuati perfino nei garage, con  falsi medici che operano nei centri illegali e 35 morti solo nel 2017. 

Su questa delicata materia ho presentato prima dell’estate un Disegno di legge finalizzato a riordinare un contesto che anche in Italia troppo spesso emerge come un “Far West”. Senza naturalmente voler in alcun modo paragonare situazioni assai diverse, ricordo che il DDL fissa in primo luogo requisiti ben precisi per l’esercizio della professione da parte di medici e personale sanitario, ma soprattutto fa riferimento proprio ai luoghi in cui, tassativamente, possono essere effettuati questi interventi. 

L’articolo 4 del DDL prevede infatti che il Ministero della salute adotti un elenco delle prestazioni di chirurgia estetica ad alto e a basso impatto sulla salute (a basso impatto quelle che necessitano di una osservazione post operatoria massimo di due ore, ad alto impatto in caso di osservazione   post operatoria superiore), con specifica previsione che quelle ad alto impatto «possono essere effettuate esclusivamente in strutture che garantiscono osservazione post operatoria don degenza almeno diurna».

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