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Salerno – NO alla svendita dello storico edificio che ospita l’Archivio di Stato

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L’Archivio di Stato di Salerno, simbolo dell’identità culturale del territorio, ha sede nello storico edificio di largo Abate Conforti. Costruito nel XIV secolo, custodisce un patrimonio di estremo interesse risalente ad un arco temporale compreso tra la prima metà del XIV secolo e gli anni ’60 del Novecento. Da dicembre 2015 l’Ente Provincia ha inserito il Palazzo nel piano di alienazione degli immobili, scatenando la protesta dei cittadini, che hanno presentato una petizione popolare culminata nella recente manifestazione dinanzi alla sede della Provincia. Oltre ai problemi connessi alla necessità di trovare adeguata collocazione al patrimonio dell’Archivio, la messa in vendita dello storico edificio di Salerno costituisce un atto di estrema gravità, per la perdita da parte della collettività di un rilevantissimo edificio monumentale della città.

Il Movimento 5 Stelle ha perciò raccolto le giuste preoccupazioni dei salernitani per il destino di un bene culturale che è patrimonio del Paese tutto. Ci siamo rivolti al ministro Franceschini, al quale ricordiamo innanzitutto la storia del bene che l’Ente Provincia intende svendere. Nell’edificio di largo Abate Conforti ebbe sede la Regia udienza, istituzione aragonese soppressa nel 1806 e poi sostituita da altre magistrature. Divenne sede del Tribunale di prima istanza e della Gran corte criminale. Quando, nel 1934, gli uffici giudiziari si trasferirono nel nuovo palazzo di giustizia, divenne sede dell’archivio provinciale (in seguito archivio di Stato), fino a quel momento collocato nel palazzo d’Avossa in via Botteghelle. Degne di nota e di particolare pregio storico sono le celle ancora conservate delle vecchie magistrature, nonché la tardomedievale cappella di san Ludovico posta al pianterreno dello stabile, così chiamata per l’affresco che raffigura Ludovico d’Angiò scoperto nel 2009 durante lavori di restauro di quell’ambiente, fino ad allora utilizzato come deposito.

Nella nostra  interrogazione  ripercorriamo le tappe della tentata dismissione, che parte a dicembre 2015, quando la Provincia di Salerno inserisce l’edificio nel “piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2015-2017”. A marzo 2016 il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo impugna la delibera al TAR chiedendone l’annullamento per effetto del decreto-legge n. 78 del 2015, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 125 del 2015, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, che consentirebbe l’eventuale trasferimento al Ministero degli immobili demaniali di proprietà delle Province adibiti a sede degli archivi di Stato. Ma a marzo 2017 «i giudici della seconda sezione del TAR di Salerno avrebbero deciso di respingere il ricorso del Ministero, in quanto lo stesso avrebbe dovuto adottare un piano di razionalizzazione degli archivi e degli altri istituti culturali delle Province entro il 31 ottobre 2015».

Tuttavia, «il piano risulta essere ancora non approvato, e tale situazione ha posto tutti gli archivi e gli istituti culturali italiani di proprietà delle Province in una condizione di estrema difficoltà in quanto potrebbero essere alienati dalle stesse, mentre il piano di alienazione degli immobili è stato deliberato dal Consiglio provinciale il 21 dicembre 2015, dunque circa due mesi dopo il termine previsto dalla citata legge n. 125». Ma l’ente Provincia di Salerno ha reiterato l’azione di vendita attraverso una nuova deliberazione di Consiglio avvenuta il 28 dicembre 2016, atto n. 155/2016, con cui inserisce l’edificio nel nuovo piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il triennio 2016-2018.

Al ministro Franceschini chiediamo quindi perché non abbia presentato ricorso nei termini contro la citata pronuncia del TAR di Salerno e se sia già stato individuato un altro edificio che, in caso di reale vendita dell’immobile da parte della Provincia, garantisca l’integrità del patrimonio dell’archivio di Stato di Salerno.

 

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